«Il tempio ficiniano della scienza profana, la Scuola d'Atene: il mondo classico ricostruito come un tempio abitato da Platone, Aristotele, Socrate, Epicuro, Averroé, Eraclito, Euclide e Tolomeo. Da una parte la Bibbia, dall'altra il Timeo […]
Le due immagini sono di fronte, senza contatto, ma anche senza prevaricazione.
Era senza vergogna che quei matematici e naturalisti antichi, fra i quali si nasconde forse
ancora Democrito, potevano guardare il trionfo della Chiesa.
La religiosita neoplatonica di Raffaello coincideva con l'apertura di una corte romana
sensibile al fascino della cultura rinascimentale senza preclusioni di fronte alla ricchezza di
problemi storici e intellettuali».
Le due immagini sono di fronte, senza contatto, ma anche senza prevaricazione.
Era senza vergogna che quei matematici e naturalisti antichi, fra i quali si nasconde forse
ancora Democrito, potevano guardare il trionfo della Chiesa.
La religiosita neoplatonica di Raffaello coincideva con l'apertura di una corte romana
sensibile al fascino della cultura rinascimentale senza preclusioni di fronte alla ricchezza di
problemi storici e intellettuali».
(da Pietro Redondi, Galileo eretico)

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